Ristrutturazione case: ecco come funziona la direttiva UE
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Valeria Girardi
2 anni ago
Nelle prossime settimane verrà confermata la nuova direttiva Ue in merito al risparmio energetico delle abitazioni. Ecco cosa bisognerà fare e quanto costerà ristrutturare casa.
La ristrutturazione di un’abitazione in ottica di miglioramento di efficienza energetica, può senz’altro aiutare a ridurre i costi energetici e ad incrementare il livello di comfort abitativo. Esistono ovviamente diversi modi per ristrutturare una casa, così da risparmiare energia: dall’isolamento termico, alla sostituzione degli infissi e dell’impianto di riscaldamento, fino anche all’installazione dei pannelli solari.
In un contesto difficile come quello attuale, l’Unione Europea confermerà entro le prossime settimane la direttiva sul risparmio energetico delle abitazioni. Saranno perciò tanti i cittadini che verranno chiamati a ristrutturare la propria casa, così da rispettare le nuove norme europee in materia di ambiente e di una svolta più green.
In cosa consiste la direttiva dell’Unione Europea
Con la svolta green intrapresa dall’Unione Europea, per molti cittadini potrebbe diventare necessario provvedere alla ristrutturazione della propria abitazione, così da renderla in linea con i nuovi standard Ue. Lo scopo, ovviamente, rimane quello di ridurre quanto possibile i consumi energetici, a fronte di una crisi internazionale e dall’emergenza provocata anche dal cambiamento climatico.
La direttiva che dovrebbe essere confermata entro le prossime settimane è in realtà nata nel 2021, e al momento è ancora in fase di perfezionamento. Secondo quanto reso noto dalla bozza del programma comunitario, però, pare che entro il 2030 gli immobili residenziali dovranno essere tutti risultanti in classe energetica E. In seguito, si provvederà alla transizione alla classe energetica D, entro però l’anno 2033. L’obiettivo finale, che vede una data raggiungimento fissata al 2050, è quello ovviamente di riuscire ad arrivare a zero emissioni.
Chiaramente, ogni Stato sarà chiamato a definire le procedure che ritiene più adatte alla sua condizione. Nel caso dell’Italia, però, la situazione potrebbe essere un po’ complessa, dato che la maggior parte degli edifici (si parla di circa il 60%, e per lo più progettati prima degli anni ’60) si classificherebbe in classe F o G. Viene da sé, allora, che per rispettare le norme europee i cittadini saranno chiamati a ristrutturare la propria casa. In questo caso lo Stato spinge sulle agevolazioni, come quella del Superbonus al 110%, ma si parla in generale di costi comunque molto importanti.
Quanto costa all’Italia la norma Ue?
La norma europea per il risparmio energetico (Energy Performance of Buildings Directive, EPBD) è una normativa dell’Unione Europea che mira a promuovere l’efficienza energetica negli edifici al fine di ridurre i consumi di energia e le emissioni di Co2. Tale normativa stabilisce requisiti minimi per l’efficienza energetica degli edifici nuovi ed esistenti, e fornisce un quadro per la valutazione della prestazione energetica degli stessi. La normativa è stata adottata già nel 2002, e ha subito nel corso degli anni diverse revisioni, sempre con l’obiettivo di raggiungere una riduzione dei consumi energetici nelle abitazioni.
Con l’ultima revisione, però, il nostro Paese potrebbe ritrovarsi davanti a delle sfide economiche non indifferenti. Data la natura della maggior parte degli edifici, che si classificano per il 60% in classe energetica F o G, si parla di circa 100mila euro ad abitazione in caso di ristrutturazione.
Dei 12,2 milioni di edifici in Italia, del resto, circa 9 milioni sono stati progettati prima che venissero approvate le norme del 1974. Senza considerare alcune eccezioni, come quelle riferite alle abitazioni che non superano i 50 metri quadrati, si contano almeno due terzi di immobili con necessità di interventi di miglioramento. Si parla di una spesa media che si aggira sui 105 mila euro ad edificio. Sottraendo le 311 mila persone che hanno già usufruito delle agevolazioni statali per ristrutturare casa ai 4,2 milioni di abitazioni che necessitano di ristrutturazione, al nostro Paese potrebbero essere richiesti ben 409,5 miliardi di euro. Una cifra, questa, che permetterebbe però all’Italia di allinearsi alle guide Ue.