È stato approvato dal governo il decreto carburante per contrastare il caro benzina d’inizio anno. Ma che cosa cambia con le nuove misure che sono state introdotte?
Oltre alla crisi umanitaria, il conflitto in Ucraina ha stimolato un aumento dei prezzi dell’energia che si sta diffondendo in tutto il mondo. Una situazione che sta danneggiando da quasi un anno i consumatori e facendo pressioni sui leader mondiali affinché allevino la pressione fiscale. Uno dei temi più caldi della politica italiana riguarda il caro carburante e il mancato taglio sulle accise.
Dopo la scelta di Putin d’invadere l’Ucraina, i paesi occidentali si sono riuniti ed hanno deciso all’unanimità d’introdurre delle pesanti sanzioni finanziarie alla Russia. Questa decisione ha però reso difficile l’autorizzazione delle transazioni petrolifere russe attraverso le banche occidentali. Ciò ha provocato una crisi energetica tale da porre l’accento sul caro benzina. Mentre il governo Draghi ha deciso per il taglio sulle accise, l’esecutivo Meloni non ha rinnovato la misura.
Per arginare i malumori che si sono venuti a creare dietro il rialzo dei prezzi del carburante, il governo di centrodestra ha introdotto il decreto carburante pubblicato in Gazzetta Ufficiale e destinato all’aiuto di consumatori e metterli al riparo da possibili speculazioni sui costi di benzina e gasolio. Andiamo a conoscere quali sono le conseguenze dopo l’entrata in vigore della normativa.
Molte persone sono nella fase di ricerca di trucchi per risparmiare in bolletta, mentre altre persone sperano solo di vedere il prezzo della benzina diminuire. La novità degli ultimi giorni è il decreto carburanti entrare in vigore da domenica 15 gennaio. Il testo pubblicato in Gazzetta ufficiale contiene diverse misure urgenti sulla trasparenza dei prezzi di benzina e diesel e sul rinforzo dei poteri di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi e sostegno per la fruizione del trasporto pubblico.
Il decreto del governo ha introdotto la misura che obbliga tutti i distributori ad apporre il cartello del prezzo di vendita del carburante accanto a quello medio nazionale. Il prezzo medio sarà calcolato ogni giorno dal ministero dell’Ambiente e comunicato sul sito ufficiale del dicastero. Tutti gli esercenti hanno quindici giorni di tempo dall’emissione del decreto per adeguare la cartellonistica.
Nel caso in cui siano violate le misure stabilite dal decreto, il governo ha previsto una sanzione amministrativa pecuniaria che va da 500 euro a 6000 euro. Nel caso ci dovesse essere recidiva per tre volte, si potrà optare per una sospensione dell’attività da 7 a 90 giorni. A controllare che i gestori rispettino la normativa sarà la Guardia di finanza, mentre il Prefetto provvede all’irrogazione delle sanzioni. Il 50% della quota della sanzione sarà erogata allo Stato.
All’interno del decreto carburante per contrastare il caro benzina, il governo ha previsto la riattivazione dell’accisa mobile che era stata introdotta nel 2008. In pratica si tratta di una misura che non taglia il costo di benzina e gasolio, ma evita che il prezzo del carburante salga ulteriormente.
Il governo ha deciso anche di dare un potere maggiore al Garante per la sorveglianza dei prezzi. È una decisione che spinge l’organo a effettuare degli interventi maggiori sul territorio in accordo con gli osservatori e gli uffici regionali e avvalendosi della collaborazione dei dati ISTAT aggiornati. È prevista anche una Commissione di allerta per monitorare i prezzi.
All’interno del decreto è previsto anche il ritorno del bonus carburante da 200 euro per quanto riguarda i lavoratori che si occupano del settore privato. Si tratta d’incentivi per l’acquisto di carburanti che sono stati ceduti dai datori di lavoro privati ai lavoratori dipendenti. Il periodo di riferimento è dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023. È previsto anche un buono da 60 euro per gli abbonamenti per i trasposti pubblici locali, regionali e interregionali.
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