È stato scoperto un nuovo farmaco rivoluzionario per la cura del morbo di Alzheimer. Il farmaco sarebbe in grado d’intervenire sulla patologia che da decenni impegna medici e scienziati: ecco quali sono le novità.
Un nuovo passo importante della scienza per quanto riguarda il trattamento di una delle malattie più note e diffuse al mondo. Nel corso della storia ci sono stati numerosi studi e ricerche in merito alla patologia, ma questa volta c’è stata una svolta dopo che la Food and Drug Administration ha deciso di approvare un farmaco nuovo per la cura del morbo.
Grandi novità per quanto riguarda il morbo di Alzheimer, la causa più comune di demenza. Un termine generico per indicare la perdita di memoria e altre capacità cognitive abbastanza gravi da interferire con la vita quotidiana. La decisione della FDA arriva dopo che i risultati della sperimentazione clinica hanno indicato che il farmaco in questione rallenta in qualche modo il declino cognitivo.
La decisione della Food and Drug Administration è rivoluzionaria per tutto il settore. Il farmaco che ha ricevuto il via libera è il Lecanemab che ha come scopo quello di affrontare la radice della malattia e il lento declino cognitivo che ne deriva. I ricercatori hanno accolto con gioia questa decisione, anche se non mancano dubbi e pareri contrastanti.
L’approvazione della FDA arriva dopo che i risultati della sperimentazione clinica pubblicati a novembre hanno indicato che il lecanemab rallenta il declino cognitivo nelle persone con lieve compromissione dovuta al morbo di Alzheimer. La progressione della malattia viene frenata solo se assunto il medicinale nelle prime fasi e consentirà alle persone di avere “più tempo per partecipare alla vita quotidiana e vivere in modo indipendente”. È questo quello che ha affermato Joanne Pike, presidente e amministratore delegato dell’Alzheimer’s Association di Chicago, in una dichiarazione.
Lecanemab, che sarà venduto con il marchio Leqembi, è il primo trattamento per l’Alzheimer di questo tipo che ha dimostrato di rallentare il declino cognitivo. Ciò è stato scoperto grazie ad attento studio clinico ed è il secondo trattamento a essere approvato in meno di due anni. Il farmaco è prodotto dalle società biofarmaceutiche Eisai di Tokyo e Biogen di Cambridge, nel Massachusetts.
Il medicinale, un anticorpo monoclonale, viene infuso al paziente per via endovenosa. Poi entra nel cervello e cancella le placche amiloidi che si pensa causino deterioramento cognitivo e demenza durante la malattia. I ricercatori hanno detto che i risultati hanno dato speranza ai pazienti e alle famiglie, oltre al fatto che è un passo importante per lo sviluppo di modi efficaci per modificare e prevenire l’insorgenza clinica della malattia.
Lecanemab è stato autorizzato nell’ambito del percorso di approvazione accelerato della FDA, riservato alle terapie per le malattie con pochi trattamenti. I ricercatori sono apparsi fiduciosi sui dati della fase III pubblicati da Biogen ed Eisai lo scorso 1° novembre. Lo studio, condotto su circa 1800 pazienti con Alzheimer allo stadio iniziale, ha rilevato che l’anticorpo ha rallentato il declino cognitivo del 27% in 18 mesi di trattamento.
La decisione della FDA, tuttavia, non tiene conto dello studio di fase III in quanto Biogen ed Eisai hanno chiesto un’approvazione accelerata sulla base dei dati di fase II i quali hanno rilevato che il lecanemab ha ridotto le placche cerebrali in 856 persone, anche se non ci sono state valutazioni in merito se il medicinale influisse sulle capacità cognitive.
Non è chiaro ancora quale impatto avrà il medicinale sulla vita delle persone con Alzheimer e se gli effetti persisteranno dopo 18 mesi. Tutto ciò richiederà ulteriori ricerche, come è stato sottolineato dagli studiosi. Nel frattempo, afferma la FDA, il lecanemab deve essere utilizzato solo per le persone con decadimento cognitivo lieve e nella prima fase della malattia.
Anche per quanto riguarda il farmaco Lecanemab ci sono non solo luci, ma anche ombre. Diana Zuckerman, la presidente del National Center for Health Research, una organizzazione senza scopo di lucro, non è sicura dei benefici del medicinale ed ha paura che il farmaco possa portare dei rischi seri alle persone che hanno la patologia in fase iniziale. Ma a questo si aggiunge anche il dibattito sull’approvazione.
Negli ultimi mesi, Science e STAT News hanno riferito di tre persone che erano state scelte nello studio di fase III per il lecanemab e poi sono morte durante la fase della sperimentazione. Le tre persone sono decedute per complicazioni come emorragia cerebrale e convulsioni. Secondo tali rapporti, i ricercatori ritengono che i pazienti potrebbero essere dipartiti a causa di una serie di condizioni note come anomalie d’imaging correlate all’amiloide (ARIA).
Sospettano che l’anticorpo abbia indebolito i vasi sanguigni nel cervello mentre agiva contro le placche amiloidi. I produttori del farmaco hanno riferito che non è opportuno trarre conclusioni sulla base di singoli casi e che hanno segnalato i tre decessi alla FDA come di norma.
Lo studio è un diritto ma sappiamo bene che alcuni servizi accessori non sono garantiti…
Un fenomeno raro sta per sorprendere il mondo della numismatica: una nuova serie limitata di…
Se state andando in vacanze o state semplicemente andando a vivere un weekend fuori porta…
Il POS (Point Of Sale) è un dispositivo elettronico progettato per semplificare le transazioni commerciali…
Oggigiorno siamo soliti scattare fotografie in continuazione per rendere eterni momenti che ci hanno fatto…
Chi si occupa di revisione legale può oggi fare affidamento su software che, oltre a…