Ottenere un mutuo per la ristrutturazione di un immobile è possibile. Anche in presenza del Bonus dedicato.
La procedura di ottenimento di un prestito bancario può essere declinata alle esigenze più disparate. Per quel che riguarda il mutuo, tuttavia, il ragionamento riguarda unicamente, o comunque nella maggior parte dei casi, l’acquisto di un immobile.
A ogni modo, per quanto la cospicua entità del prestito richiesto possa relazionarsi al meglio con una spesa ingente quale l’acquisto di una casa, ciò non toglie che una banca possa concederlo anche in relazione ad altre esigenze del proprio cliente. Del resto, per quanto la definizione tenda a identificare compravendite di questo tipo, nessuna normativa obbliga un istituto di credito alla concessione di un prestito particolarmente oneroso esclusivamente in relazione a queste operazioni. Anzi, un mutuo potrebbe tornare estremamente utile nel momento in cui si decida di avviare una ristrutturazione della propria abitazione, meglio ancora se già sgravata dalle spese di un prestito richiesto per l’acquisto o se queste fossero del tutto assenti (ad esempio per proprietà o eredità).
fatto sta che, se riguardanti l’assetto complessivo dell’abitazione, anche gli oneri per la ristrutturazione potrebbero essere ingenti. E, di conseguenza, costringere il proprietario (o i proprietari) a rivolgersi alla banca per ottenere il supporto economico necessario al restyling degli interni, degli esterni o magari di entrambi. In caso di lavori domestici, in sostanza, la possibilità di un finanziamento è concreta. Anzi, alcune banche possono concedere, a fronte di precise garanzie, addirittura delle somme aggiuntive rispetto al mutuo stipulato per l’acquisto della casa, da destinare proprio ai lavori di ristrutturazione.
Una precisazione è d’obbligo: non tutti i lavori sono categorizzati alla stessa maniera. E, di conseguenza, anche la richiesta di un prestito dovrà tenere conto dell’inquadramento tecnico delle opere per le quali si andrà ad agire. Nello specifico, la normativa in materia issa tre macro-aree all’interno delle quali inserire i lavori da eseguire:
A seconda della tipologia nella quale rientrano i lavori che si andrà a eseguire, la banca richiederà documentazione apposita. Nel primo caso, ad esempio, basterà un preventivo di spesa redatto dall’impresa incaricata di eseguire gli interventi. Qualora si tratti di manutenzione straordinaria, invece, la banca richiederà, assieme al preventivo, anche il relativo progetto edilizio, oltre che la domanda di autorizzazione edilizia inoltrata al Comune. In alternativa, sarà richiesta la Denuncia di inizio attività (DIA). Il terzo caso, come detto, richiede passaggi burocratici più complessi, a cominciare dal rilascio di una concessione edilizia per l’intervento, oltre che il versamento di un contributo al Comune. La cui ricetta, assieme al preventivo e alla concessione ottenuta, andrà presentata alla banca al momento della richiesta del prestito.
Le piattaforme di comparazione online possono consentire di individuare più facilmente le opzioni maggiormente interessanti nell’ottica di una possibile richiesta di mutuo. Peraltro già declinate alle spese di ristrutturazione, piuttosto che di acquisto. Considerando le oscillazioni dei mercati, è chiaro che le mutazioni sui tassi sono quasi all’ordine del giorno. Tuttavia, lo schema può rendere l’idea sulla reale convenienza di un’oerta piuttosto che di un’altra. Ad esempio, Bper Banca mette a disposizione prestiti a tasso isso, con TAN al 3,56% e TAEG al 3,94%, con rata mensile di 291,52 euro al mese. Il tutto su un importo finanziabile ino all’80%. Per Crédit Agricole Italia, invece, il TAN scende leggermente (3,52%), mentre il TAEG è livellato al 4,00%. Cala però la rata: 290,49 euro al mese, con 500 euro di spese di istruttoria e 159 per la perizia.
È opportuno ricordare che, a disposizione dei contribuenti, è stato posto il cosiddetto Bonus ristrutturazione anche per il 2023. Si tratta di una detrazione del 50% dell’importo speso per le opere di ristrutturazione, fino a un tetto massimo di spesa pari a 96 mila euro. La scadenza dell’agevolazione è stata fissata al 31 dicembre 2024. Il bonus è ottenibile anche con le soluzioni della cessione del credito a terzi e dello sconto diretto in fattura. Nel caso in cui si dovesse optare per la detrazione in dichiarazione dei redditi, la somma sarà ripartita in 10 rate annuali di importo costante.
Lo studio è un diritto ma sappiamo bene che alcuni servizi accessori non sono garantiti…
Un fenomeno raro sta per sorprendere il mondo della numismatica: una nuova serie limitata di…
Se state andando in vacanze o state semplicemente andando a vivere un weekend fuori porta…
Il POS (Point Of Sale) è un dispositivo elettronico progettato per semplificare le transazioni commerciali…
Oggigiorno siamo soliti scattare fotografie in continuazione per rendere eterni momenti che ci hanno fatto…
Chi si occupa di revisione legale può oggi fare affidamento su software che, oltre a…