Nonostante l’argomento sia meno sentito rispetto a qualche anno fa, la ricerca degli Alieni non si è mai interrotta: adesso ci prova l’IA.
Secondo le ultime proiezioni, potremmo trovare altre forme di vita intelligenti entro i prossimi 25 anni, e tutto il merito sarebbe dell’Intelligenza Artificiale.
La prima buona notizia che anticipiamo, tra l’altro, è che la tecnologia attualmente ideata da un team di ricercatori è “open source” e ciò significa che chiunque la può utilizzare. Questo vuol dire che forse trascorreranno anche meno dei 25 anni calcolati per il prossimo “incontro ravvicinato del terzo tipo”.
Facciamo un passettino indietro ed esuliamo dall’ultima novità che ha affascinato tutti noi negli ultimi mesi, ovvero ChatGPT.
Secondo un noto esperto, il dottor Sansha Quanz dell’Istituto Federale Svizzero di Tecnologia, le innovazioni ci stanno avvicinando sempre di più ai misteri dell’Universo. Già dalla fine degli anni ’90 sono stati scoperti molti Pianeti al di fuori del Sistema Solare che potrebbero ospitare (o aver ospitato) vita intelligente; oggi si stanno studiano più di 5 mila esopianeti e, fosse anche solo una questione di statistica, prima o poi dovremmo riuscire a trovare i famosi “alieni”.
In essere c’è anche il “Programma Life”, promosso dall’Agenzia Spaziale Europea, che sta analizzando proprio l’atmosfera degli esopianeti, per confermare o meno la possibilità di vita su di essi.
A tutto questo si aggiunge un’ulteriore scoperta tecnologica, grazie al lavoro di un team di scienziati della Northwestern University e della Tsinghua University di Pechino.
Si tratta dello sviluppo di un algoritmo che ci permetterà di vedere (tramite i telescopi) l’Universo ad un’altissima risoluzione, impedendo alle interferenze atmosferiche di ricevere dati chiari.
Lo scopo dell’algoritmo realizzato grazie alla IA non è certamente quello di ottenere foto più belle dello Spazio, ma di poter vedere meglio i dettagli e dunque ottenere preziose informazioni, che poi gli Astronomi e i Fisici potranno elaborare con più efficacia.
Secondo le affermazioni dei team di ricerca, finora “lo strumento ottimizzato ha generato immagini con circa il 38% in meno di errori rispetto ai classici metodi di rimozione della sfocatura e circa il 7% in meno di errori rispetto ai metodi moderni esistenti“. Un miglioramento, com’è intuibile, che potrebbe accelerare molto lo studio della vita al di fuori del nostro Sistema Solare.
Infine, come accennato all’inizio di questo articolo, il codice e gli algoritmi generate dalla AI sono già disponibili per tutti gratuitamente, e reperibili in rete. Chiunque, dagli appassionati agli esperti, potrà migliorare i dispositivi di osservazione dello spazio e magari riuscire a trovare ciò che finora non era stato visto: gli Alieni.
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